Il ladro utile, benefico!?...ma questo è un mondo alla rovescia!?
Ieri è stata la volta, nella mia rassegna cinematografica estiva, di Diario di un Ladro - Pickpocket (1959) film silenzioso di Bresson.
Il film narra di un disadattato, isolato, con la mamma morente che si da' all'arte del borseggio come se potesse essere una vocazione (vizio) quasi morale addirittura giustificabile e legittima per chi ha una coscienza (leggi orgoglio).
Significativo il dialogo al bar tra il protagonista e il commissario che lo sospetta e che alla ricerca di conferme, lo provoca dialetticamente:
il borseggiatore: io ho una teoria sul furto..perchè non si permette che uomini intelligenti dotati di talento e forse anche di genio, quindi indispensabili alla societa, invece di vegetare in una cella siano, fino ad un certo punto, liberi di infrangere la legge?...la societa' ne avrebbe un beneficio.
il commissario:chi distinguerebbe dagli altri questi uomini superiori?
il borseg: la loro stessa coscienza.
il com: lei conosce qualcuno che non si riterrebbe un uomo superiore?
il borseg: si verificherebbe solo al principio e poi ci si ferma.
il com: non ci si ferma glielo dico io!!!!
Ottimista il finale in cui il pickpocket dietro le sbarre superera' l'orgoglio per cedere all' affetto per Jane (ragazza madre ingenua ma sincera).
Dello stesso autore avevo gia visto Perfidia, in una lontana rassegna estiva, Lancillotto e Ginevra all tv e Il Diario di un Curato di Campagna in dvd...tra tutti questo mi è sembrato piu' organico, piu ben fatto narrativamente parlando anche perche' il piu breve.
bye